È lecito domandarsi oggi se l’uomo sia più debole della tecnica, o se sia riuscito a mantenere il sopravvento sulle macchine, gli apparecchi e gli automatismi da lui stesso creati? La nostra epoca tende a paragonare l’uomo ad una macchina che sia costruita in modo non adatto ai compiti che l’attendono nel futuro. Questa situazione prospetta interrogativi affascinanti: quali sono le più alte velocità che l’uomo può ancora dominare? portano pregiudizio i rumori al suo rendimento? come si comporta  il suo corpo di fronte alle altre accelerazioni? cosa accade in lui quando è sottratto alla forza di gravità? come reagisce l’organismo umano alla mancanza di ossigeno, alla depressione, alla temperatura calda o fredda? la radioattività esclude in modo definitivo ogni forma di vita?

Heinz Galtmann risponde a questi e ad innumerevoli altri interrogativi con estrema chiarezza, indicando quali tentativi e dure prove debbano affrontare uomini giovani e coraggiosi scienziati nella determinazione della «prova di resistenza» affinché l’uomo possa risolvere i suoi problemi restando padrone della tecnica, anzi trionfando definitivamente su di essa, seguendo l’originario imperativo che sempre ha spinto l’uomo ad indagare e a costruire, in conflitto col proprio ambiente, attimo per attimo il proprio mondo futuro.